DICEMBRE
1 - Buongiorno e buon inizio di Avvento. Il vangelo di Luca non vuole raccontare la fine del mondo, ma il mistero del mondo. Gesù ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa per sentire l’universo pulsare. L'universo soffre tutt'ora, patisce, si contorce come una partoriente (Is 13,8), ma per regalare nuova vita. Il presente porta già il “futuro nel grembo”. Ad ogni tappa tenebrosa e angosciante va a seguire un tornante che apre alla speranza e tutto cambia: “alzate il capo, la liberazione è vicina” (Lc 21,28). Gesù ci dice nel Vangelo di stare attenti che il cuore non diventi appesantito (Lc 21,34). Può arrivare lo sconforto, ma non gli permettiamo di sedersi a tavola e di mangiare nel nostro piatto. Non può esserci disperazione finché rimaniamo fedeli all'idea che la storia è, nonostante tutto, percorsa dalla salvezza. L’Avvento è un tempo di attesa fiduciosa e di speranza certa. Non si tratta di sentimenti passeggeri, ma sentimenti fondati sulla Fedeltà stessa di Dio. I Vangeli d'Avvento usano un doppio registro: levare il capo verso le cose ultime, Colui-che-si-fa-vicino, e abbassare gli occhi verso le cose di qui. Noi, abitiamo la terra con un passo leggero, custodi dei giorni e pellegrini dell'eterno, attenti al venire di Dio. L'attesa deve vincere. Allora, il nostro cammino può avere un senso. Felice domenica.
2 - Buongiorno e buon inizio settimana. Siamo in viaggio su questa terra e in cerca della Verità, della Vita, della Speranza. La lucerna della Parola di Dio ci orienta verso Betlemme. Quando c'è la volontà di camminare, ci sono pure tante tentazioni per rallentare il nostro cammino. Per fortuna non siamo soli nel viaggio che porta a Betlemme. Con i Magi arrivano “da oriente e da occidente” altri viandanti. A dare il benvenuto a Dio disceso dal Cielo si presentano quanti si credeva privi di fede, come il centurione del Vangelo odierno che tratta un servo come un familiare (Mt 8,6.8b). Il confine fra chi crede e chi non crede non passa più tra ebrei e non ebrei, ma tra cuori sensibili, che pulsano e cuori spenti. Gesù loda e porta ad esempio la fede di un soldato di Roma, nemico giurato di Israele, che pareva conoscere soltanto il linguaggio delle armi (Mt 8,10). Fuori Israele, Gesù incontra una fede più grande che in Israele. Fa pensare che i primi, per la loro incredulità, saranno ultimi (cfr. Mt 20,16).Dio rompe consolidati cliché e invita a rivedere il concetto di appartenenza religiosa. Gesù presenta dunque il centurione come membro del nuovo popolo di Dio, formato da quelli che hanno una fede salda come quella del patriarca Abramo. Ora serve chiedersi cosa renda credenti. Bastasse il battesimo! Ma non basta. Ci vuole di più: un cambio di marcia; si esca dalla logica delle abitudini e infedeltà; non ci si senta più a posto solo perché siamo “cattolici”. Da dove meno ci si aspetta arrivano coloro che credono. Anche nei cuori dei pagani, la grazia di Dio opera meraviglie. Magari fossimo “credenti” come quel centurione pagano che ha dato fiducia a Gesù. Quanti credenti non-credenti! Purtroppo ce ne sono tanti. Questo tempo di avvento è un momento favorevole di introspezione e di conversione. Buona giornata.
3 - Buongiorno per tutto il giorno. Contrariamente al pensiero mondano, diventare piccoli è il traguardo della vita spirituale. I veri grandi nel regno di Dio sono gli umili. “A chi è come i bambini - dirà Gesù - appartiene il regno di Dio” (Mt 19,13). Non gli orgogliosi, ma gli umili accolgono e comprendono il mistero di Gesù. In Lui troviamo la beatitudine a cui ha aspirato il desiderio degli antichi giusti (cfr Lc 10,24). Dio ama i poveri di spirito e i "poveri di cose". Sono due condizioni di vita che non sono così diverse. A chi sa fare a meno delle cose, si svela appieno il mistero di Dio. Di piccoli è pieno il Vangelo ed è popolato il paradiso. Dio riserva speciale tenerezza per coloro che, come i passeri, fanno il nido nella sua mano e si fidano. La loro condizione di apparente provvisorietà diventa la loro fortuna. Proprio perché esseri marginali e insignificanti, hanno posto in Dio il loro futuro. Gesù è il più piccolo dei piccoli e offre la medesima via. Farsi piccoli secondo il Vangelo, è la strada che porta alla luce. Il sentire comune tende ad accantonare il bambino che abita in ogni uomo per farlo diventare subito adulto e potente presso i potenti del mondo. In realtà, la meta del Vangelo è farsi piccoli e la Chiesa lo è quando rinuncia al consenso e a mire di onnipotenza. Aspiriamo a questo segreto della vita che ci porta alla gloria. Oggi è la memoria di San Francesco Saverio, sacerdote della compagnia di Gesù. Fu il più grande missionario dell'epoca moderna. Evangelizzò l'India, il Giappone, il Pakistan e la Cina. Preghiamo perché la Parola di Dio si diffonda ovunque e trasformi il cuore degli uomini . Buona giornata.
4 - Buongiorno. Il Vangelo odierno riporta che “si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi” (Mt 15,30). Gesù ha conosciuto fin dalle prime ore di vita una stalla e il tavolato di una mangiatoia. Matteo riporta che trent’anni dopo, la folla lo ha cercato e gli ha portato i malati. Avrà da lui parole rassicuranti e la guarigione dalle infermità (Mt 15,31). La gente non nasconde i suoi malati né li affida a specialisti. Sa bene che la principale cura per guarire è sentirsi amati. L’Avvento è un tempo di guarigione. Alcuni hanno problemi di ordine fisico. Tutti necessitano invece di potature e cure dello spirito. Questo è importante. La nostra preghiera, in questo tempo di attesa, sposi tutte le storie di angoscia e solitudine che abitano il Pianeta. Come allora in Palestina, Gesù restituisca dignità e salute ai feriti di oggi. Apra strade e crei nuove relazioni. Egli ascolta e dà risposta. Si avvicina, non evita il dolore, ma lo abbraccia, prende per mano e dà forza agli sfiduciati. Con quest'approccio, serve cambiare idea su Dio: da ‘stregone’ che risolve i problemi a un Dio che chiede collaborazione per sanare i guai provocati dall’egoismo nel nostro mondo (cfr. Mt 15,32-36). Buona giornata.
5 - Buongiorno per tutto il giorno. La gente aveva capito che per entrare nel regno dei cieli non servivano né tante preghiere dette solo con le labbra, né le mille regole volute dai Farisei. Decisivo era fare la volontà del Padre, cosa ben diversa da com’era stata descritta dai Farisei (cfr. Mt 7,21). Questi giustificavano ogni problema e ogni tragedia. Pensavano per esempio che le torri rovinate sui passanti e il sangue sparso dai Romani nelle mille rivolte della Giudea erano per loro una punizione di Dio (cfr. Lc 13,1-5). Si respirava invece fiducia quando parlava Gesù. Affermava sempre che Dio ama le sue creature e le vuole felici. Non minacciava, ma si faceva custode e avvocato dell’uomo. Notate che il Vangelo non chiede cose eclatanti, ma “amore gli uni verso gli altri”. Quanta gente è stata lasciata da noi fuori dal Regno perché “non era dei nostri”. Conta quanto amore si dona e non quanto si riceve. Dio cerca dentro di noi qualcosa in cui specchiarsi, cioè l’amore. Nella parabola delle due case - edificate sulla roccia o sulla sabbia - la differenza tra la prima e la seconda sta in un verbo: “mettere in pratica” (Mt 7,24). Contano poco le emozionanti liturgie e meno ancora i bei discorsi. Conta piuttosto e soltanto il “fare” la sua parola. È proprio la crisi che fa sentire il verbo “dire”. Abbinate dunque le parole con l'azione in quanto compimento della volontà del Padre celeste, cioè il fare solo quello che è gradito a Lui. Buona e felice giornata.
6 - Buongiorno per tutto il giorno. Nel racconto evangelico odierno, Matteo dice che due ciechi “seguirono” Gesù. Pare un controsenso… Come possono farlo se sono ciechi? Ci riescono perché Gesù stesso li attrae a sé come fosse una calamita. Va aggiunto che decidere di seguire Gesù è già una guarigione. Chi infatti diventa discepolo di Gesù, il Maestro di Nazaret, gli affida completamente la sua vita. Se si decidesse di stare con Lui solo quando si è perfetti, non ci sarebbe speranza per alcuno. Egli, invece, si prende cura di ogni cecità e di ogni povertà. La cecità del corpo è tangibile. Non è così per quella dello spirito. Quest’ultima esprime la fragilità di una persona “non ancora venuta alla luce” e schiava delle sue penombre. Per Matteo, a differenza di Marco e Luca, i ciechi sono due (cfr. Mt 9,27). Perché? Il secondo cieco rappresenta quella parte di noi che cerca di venire alla luce. Con il miracolo compiuto, la promessa di Isaia si realizza. L'epoca nuova comincia in Cristo e prosegue in noi quando sono gli occhi del nostro cuore che sono illuminati (cfr. Mt 9,27b). Il miracolo avviene tra le mura domestiche. Gesù li accoglie in casa, simbolo della Chiesa, come a dire che la Fede fiorisce nella comunità (cfr. Mt 9,28-30a). Gesù non limita il miracolo alla guarigione del corpo. Chiede la conversione del cuore. Se avviene, la luce sarà piena. Un aspetto importante è una domanda. Come tacere un beneficio ricevuto da parte di Dio? Non si può. L'azione di grazie è anche un vedere (cfr. Mt 9,3b-32). Buona giornata.