GENNAIO
1 gennaio - BUON ANNO 2025, Anno giubilare di speranza. Maria ss. Madre di Dio.
Buongiorno per tutto il giorno. Otto giorni dopo Natale viene riproposto il brano della notte santa perché il Natale esige una graduale scoperta. Dedicare un giorno soltanto al Natale porta a sterili emozioni. Per questo la Chiesa riserva un’intera settimana - l’Ottava - per interiorizzare il fatto della nascita del Signore. A piangere come un bambino spaurito sulla paglia di una stalla fuori Betlemme è il Messia. E chi lo cerca nei sacri palazzi non lo trova. Riscopri tu lo stupore, lasciati contagiare come i pastori, fai spazio a un Dio che si veste di carne umana e la rende sacra. Guai a svilirla o umiliarla. Chi lo fa disprezza Dio stesso. Venga meno la confusione di questi giorni: regali, auguri. Rimanga ciò che vale realmente ed è l'essenziale: un Dio che ama l’uomo pur con le sue piaghe. Maria “custodiva nel cuore" (Lc 2,19) come in uno scrigno emozioni e domande. Impariamo a leggere nel profondo. Solo chi vede dentro capisce “oltre”. Impariamo a vivere il Natale dai pastori che non trattengono la gioia per loro stessi, ma vanno a contagiare quanti incontrano dicendo: “è nato l'Amore; è nato la Speranza”. Il piccolo Gesù regali “Pace”, e i discepoli si trasformino in buoni conduttori di Vangelo, luci che diradano le tenebre. Buon cammino di gioia e di speranza. Buon anno a tutti.
2 - Buongiorno. Oggi facciamo memoria dei Santi Basilio e Gregorio. Bastasse l’atmosfera natalizia a fare nascere Gesù dentro di noi e ad annunciarlo al mondo. Ciò non avviene spesso perché siamo storditi da un febbrile quotidiano. Occupati fin troppo di noi, rischiamo di essere fra quanto in quella Notte santa nemmeno si accorsero della stella che si posava sul Figlio di Dio. Occorre alzare lo sguardo e guardare il cielo come i pastori. Il discepolo rimane a vegliare e soltanto così il Natale metterà radici nel suo cuore. Il Battista ci indica la via fatta di verità e di autenticità. In tal modo il nostro “vero io" incontrerà il “vero Dio” e metterà al bando ogni falsità e ipocrisia. Giovanni Battista non si proclama Dio, né si monta la testa (Gv 1,20-21). Gli anni del deserto lo hanno segnato e ricondotto all'essenziale, alla verità della propria storia. Si fosse proclamato Messia, la folla gli avrebbe creduto. Ma non l’ha fatto. Non è il Messia che è più degno del precursore che battezza solo con acqua. Lui pure era in attesa, convinto di essere solo “voce" di una Parola “altra” (Gv 1,23). Nella sua vita contava solo la preparazione del popolo ad accogliere nelle buone condizioni il Salvatore. Con il Battista rimaniamo umili discepoli (Gv 1,26-27). Non fidiamoci dei complimenti, di apprezzamenti né di recondite qualità. È Dio la fonte della Luce eterna. Siamo soltanto “voce” prestata ad una Parola, voce che amplifica. Siamo utili se lasciamo alla Parola di lavorarci come creta nelle sua mani. Buona giornata.