APRILE

 

1 - Buongiorno per tutto il giorno; Gv 5, 1-16. " Vuoi guarire?" (Gv 5,6).  La domanda posta da Gesù al paralitico pare offensiva. Il paralitico era incollato da 38 anni ad un pagliericcio e chissà quante volte avrà sognato di guarire (Gv 5,5). Gesù insiste. E se lo fa, una ragione c’è. Quell’uomo è un malato “cronico”, e in lui si è pressoché spenta la fiducia. La malattia interiore è più grave del suo stesso handicap. Perciò, Gesù lo redimerà. Se nella donna di Samaria Gesù risveglia la sete di acqua viva (Gv 4,14-15), nel paralitico ridesta il sogno di una vita dignitosa cui pareva avere ormai rinunciato. Nel suo cuore era sceso l’inverno e si era spento ogni futuro. Per lui perdeva senso pure il presente. E così la vita gli si era come atrofizzata (cfr. 5,5-7). Avviene analogamente nella vita dello spirito, quando ci si rassegna al peccato e si patteggiano compromessi. Così latita la pulizia e la gioia. Gesù è medico eccezionale e cura in profondità. Può agire solo se nel discepolo vive una ferma volontà di risurrezione, e se sa rimettersi in gioco. “Vuoi guarire?" (Gv. 5,5) "Prendi la tua barella e cammina” (Gv. 5,8), dice Gesù. Dio non fa miracoli a basso costo: chiede una collaborazione, il coraggio del primo passo. Nel racconto evangelico odierno, Gesù attira la nostra attenzione sul legame tra l'infermità del malato e il peccato. Ce lo dice proprio oggi: "Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggiore" (Gv. 5,14b). È un rialzarsi fisico insieme a quello spirituale che risulta da questo brano. È fatto il Sabato, giorno della memoria dei grandi benefici di Dio nella creazione. Chi ha orecchi intenda. Felice giornata.

2 - Buongiorno a tutti; Gv 5, 17-30. “...chi onora il Figlio onora il Padre che lo ha mandato”. Gesù è stato condannato e crocifisso non per concomitanze sfortunate, né per errore, ma perché non osservava il sabato e chiamava anche Dio suo Padre (Gv 5,17-18.19-23.26-27.30b), Colui che l'ha mandato nel mondo. Gesù era un uomo libero, una libertà inimmaginabile in un'epoca in cui era vietato e punibile addirittura con la morte anche soltanto pronunciare il nome di Dio. E Gesù, come riportano gli evangelisti, più volte si rivolge a Dio con la familiarità del Figlio invitando i discepoli a chiamarlo col nome di Padre. E se la ragione ultima della condanna di Gesù è stato il definirsi Figlio di Dio, perché i suoi avversari non hanno messo a confronto le sue pretese con i suoi miracoli? Gesù non è un brav'uomo, un po’ incompreso, crocifisso dalla cecità dei Farisei contrari alla sua stravaganza di volersi far chiamare Figlio di Dio. Gesù ha avvalorato con prodigi straordinari la sua divinità ed è a causa di questa sua pretesa - una vera carta d’identità - che egli verrà crocifisso. San Giovanni non ha paura di sconfessare tutte le nostre acrobazie politicamente corrette, quando cerchiamo di attenuare l’identità di Gesù. Pure molti cristiani pensano che Gesù sia stato ucciso per le sue bizzarrie. No, è stato ucciso per la sua pretesa di essere il Figlio di Dio. E noi lo crediamo fermamente senza se e senza ma… È stato condannato, è morto ed è risorto per la nostra salvezza. Questo è il nostro credo. Buona e felice giornata.

3 - Buongiorno; Gv 5, 31-47. La guarigione di un uomo alla piscina di Betzata in giorno di sabato e da 38 anni bloccato su un lettino registra la rabbia dei Farisei pronti a portare Gesù sul banco degli imputati (cfr. Gv 5,1-16). È un vero processo. Niente di nuovo. Pure oggi, in tempo di prova, c’è chi pone la Fede sul banco degli imputati. Per la guerra in corso si alza la voce contro Dio. In realtà il male - indifferenza, malattie, guerre - ha origine dal cuore dell'uomo. E se non si curano le ferite più profonde, difficilmente regnerà la pace. Ci saranno sempre scontri. Dio non è un estraneo. Ha piantato la sua tenda accanto alle nostre. Nessuno come lui sa cosa sia il dolore innocente. Lo ha condiviso con la Madre, la Vergine Maria. Gli occhi umani si limitano a riportare cifre e pareri, ma non ne spiegano l’origine. Il male c’è, ma non verrà mai da Dio. Dio è Padre e dà vita. Il male dice la ribellione di una natura stravolta. Il maligno poi vi mette la firma. “per l’invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo” (Sap. 2, 24). È il caso di rivedere la propria idea su Dio. Lui non compare e scompare a seconda delle nostre sensazioni. Dio c’è sempre, e vince il male “pagandolo” di persona sulla Croce. Qualcuno paga sempre per il male commesso. Solo i cuori ostinati vi passano sopra lasciando sul terreno morti e feriti. È la triste realtà del mondo odierno. Voi che temete Dio, credete in Lui e in Colui che Egli ha mandato. Non opporvi alla sua azione. Nel vangelo di oggi, abbiamo tante testimonianze a favore di Gesù Cristo: le parole di Giovanni Battista (Gv 5, 33-35), le opere che il Padre gli ha dato di compiere (Gv 5, 36), il Padre stesso (Gv 5, 37) e la Sacra Scrittura (Gv 5, 39). Credete dunque in Gesù, Figlio di Dio e avrete la vita. Buona giornata.

4 - Buongiorno ; Gv 7, 1-2.10.25-30. Il contesto del racconto ci rivela che il clima è ormai arroventato. Gesù viene dal Padre, ma questa origine non è riconosciuta, anzi, è negata (Gv 7,28-29). La Giudea non è come la Galilea: la capitale è ostile alle novità, soprattutto ora che il Tempio ha ridato lustro ai Farisei. Figuriamoci l’insofferenza con cui Gerusalemme sopporta i profeti di turno che rischiano di allarmare Roma che da poco ha dato più autonomia a tutti. I giudei dunque minacciano di far tacere Gesù sopprimendolo (Gv 7,1). Gesù non resiste al richiamo religioso della Città santa e si unisce un po’ di nascosto alla famiglia che vi sale per la festa delle Capanne. Nella disputa con i Farisei, il problema nasce dal fatto che Gesù non ripete la lezione come uno scolaretto, né si accoda a ciò che affermano altri. Gesù parla con autorità. Pure oggi qualche discepolo fin troppo fervente chiede la ragione per la quale la Chiesa non cacci qualcuno che alza la voce, o esce dalle righe. Non è a colpi di scomuniche che va annunciato Gesù: va bene fare chiarezza, ma senza cadere nell'illusione che la verità si imponga per decreto. Nonostante la tensione che va crescendo, Gesù non tace. Il Maestro non è un altoparlante rotto che rilancia cose dette da altri e scontate. Perciò lo rifiutano e tentano di arrestarlo (Gv 7,30). Anche nel presente siamo chiamati a professare la fede senza paura. In noi abita lo Spirito, maestro di verità. Ci chiede passione e coraggio. Buona giornata.

5 - Buongiorno e buon fine settimana; Gv 7, 40-53. I Farisei chiedono ad alcune guardie di arrestare Gesù. Ma esse, invece di fermarlo, ne restano incantate. Tornano dai Farisei a mani vuote dicendo: “mai un uomo ha parlato così” (Gv 7,46). Pur persone ruvide, le guardie avvertono che Gesù tocca loro il cuore, illumina la loro mente e riscalda la loro vita. Erano state mandate per catturarlo... sono catturate esse stesse da Gesù. I Capi concludono: questa folla che non conosce la Legge è “maledetta” (Gv 7,49). Il loro linguaggio è l’insulto. Sono odiosi quelli che non la pensano come loro. I Farisei non vedono oltre il loro orto. Ma ecco farsi strada un pericoloso nemico interno di nome Nicodemo. Costui è uno di loro, ma apre il cuore alla Luce. Era stato da Gesù perché era notte nel suo cuore. Gesù gli aveva detto che si poteva nascere dall’alto pur essendo vecchi (cfr. Gv 3, 2-8). Insomma, pure per lui, si poteva ricominciare. Nicodemo prende le difese di Gesù e dice: la nostra Legge non giudica nessuno se prima non l’ha ascoltato. Questione di correttezza procedurale (Gv 7,50-51). La risposta dei Farisei è un altro insulto: “sei forse anche tu galileo?” (Gv 7,52). Parole offensive perché la Galilea era ritenuta terra di pagani e ininfluente. E gli aggiungono: “studia” (Gv 7, 52b). La presunzione usa l’offesa come risposta. C’è una scorciatoia per i discepoli: la trasparenza e l’umiltà del cuore. È questo che dobbiamo fare prevalere nella nostra vita. Felice sabato.

6 - Buona e felice domenica a tutti; Gv 8, 1-11. Gesù, giudice misericordioso è con noi. Al centro dell'episodio di oggi, c'è una povera donna peccatrice, infelice, umiliata e disprezzata. Gesù mette davanti a noi uno specchio per guardarci dentro. Scopriamo che tutti siamo peccatori, bisognosi della misericordia di Dio. Gesù, rispondendo agli accusatori della donna adultera smaschera il cuore dell'uomo, pieno di miserie e di ipocrisia (cfr. Gv 8,7). Gli Scribi e i farisei se ne vanno tutti, cominciando dai più vecchi (Gv 8,9a). Gesù resta solo con lei. Sta in piedi davanti alla donna come davanti ad una persona in dignità e attesa (cfr. Gv 8,9b). Nessuno mai aveva parlato così con lei. La sua storia e il suo interiore tormento non interessavano. Gesù la chiama “donna”, come con la Madre (Gv 8,10a; cfr. Gv, 19,26). Non è l'adultera, è la donna: “dove sono quelli che sanno solo infangare e seppellire di pietre?”. Gesù non sopporta gli ipocriti, i commedianti della fede, gli accusatori. Scomparsi tutti quel giorno, rintanati nei propri sottoscala. Devono uscire dal giro degli amici di Gesù, dalle chiese e dalle stanze del potere. Nessuno ti ha condannata? (Gv 8,10b) Neanch'io ti condanno (Gv 8,11b). Gesù non scrive più per terra, ma nel cuore di quella donna, e scrive una parola nuova: futuro. Come se dicesse: "Coraggio, aprite alla vita". Il perdono è un atto creativo. Non è un colpo di spugna sugli errori di ieri, ma un colpo d'ala su un domani radioso, il vento nelle vele della mia barca. "Va e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,11c): d'ora in avanti... ciò che ti sta dietro non importa più. Il bene possibile di domani conta più del male di ieri. Dio rifà dentro da vero creatore. Tante persone vivono in ergastolo, schiacciate da sensi di colpa per errori passati. Gesù apre le nostre prigioni. E dice: per me conta di più il domani. Per questo ringraziamo il Signore. Buona domenica.

7 - Buongiorno e buon inizio settimana. Il nostro brano evangelico è il seguito di quello letto ieri (Gv 8,1-11). Gesù vuole aprire gli occhi e il cuore degli Scribi e farisei, ostinati nel loro campo, mostrandosi Luce del mondo e Verità che viene dal Padre. In effetti, nel Vangelo odierno, abbiamo due insegnamenti che orientano la nostra vita cristiana:

1) Gesù proclama: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12). Lui, splendore della gloria del Padre è la Parola che illumina ogni uomo che vuole conoscere la verità  e raggiungere la meta, cioè la vita eterna. Il suo Vangelo illumina, non solo la vita individuale, ma anche quella sociale. Impariamo dalla spiritualità del cammino sotto le orme del Signore. 

2) Gesù è in comunione intima con il Padre. Chi conosce Lui, cioè chi crede in Lui arriva alla conoscenza del Padre (Gv 8,14b.16.18-19). Per chi si lascia guidare da Lui, il suo mistero lo illumina sempre. Seguiamo la luce e non inciamperemo mai. Buona giornata.

8 - Buongiorno per tutto il giorno ; Gv 8, 21-30. In questo racconto evangelico, siamo ai saluti. “Io me ne vado”, dirà Gesù ai discepoli distratti e spenti. Li invita a “leggere” in profondità ciò che accadrà di lì a poco. Il suo andarsene è carico di significati: per noi è la sua morte; per lui è il dono della propria vita; per il Padre è il compimento della missione. Poiché possa gravare la nebbia nella mente dei discepoli, Gesù dice: "voi siete di quaggiù, io di lassù" (Gv 8,23). I discepoli mirano alle "grandezze umane". Perciò non potevano capire Gesù povero, amico dei poveri che innalzava gli uomini alle "grandezze divine". Gesù li invita all’ascolto, anche se a Gesù pare di parlare a sordi. Oggi nessuno mette in dubbio la statura morale di Gesù, ma, come al tempo dei Farisei suoi contemporanei, si fatica a fare il salto, a riconoscere in Gesù di Nazaret il Figlio di Dio. Una vera conoscenza di lui si avrà “quando avrete innalzato il figlio dell’uomo...” (Gv 8,28a). Dio lo trovi dove c’è una croce perché la croce è il volto concreto di un Amore senza fine. E Dio è l'infinito Amore. Non “E lì conoscerete che io sono” (Gv 8,28b). Non lo riconosceremo nella gloria, tra angeli e incensi, ma sul patibolo. È sulla croce che Gesù si fa salvatore del mondo. È un strano... ci si lamenta di un Dio lontano, e quando diventa carne crocifissa lo si rifiuta; lo si vorrebbe tangibile, ma se si fa tale pare fin troppo fragile. Lo riconosceremo come Dio proprio sulla croce, quando avremo capito che il suo straordinario Amore sposa e trasforma tutto il dolore umano. Buona giornata.

9 - Buongiorno per tutto il giorno; Gv 8, 31-42. “Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero...” (Gv 8,36). Finché siamo nel peccato, siamo degli schiavi (Gv 8,34). La vera libertà ci viene dalla comunione con Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. L’uomo occidentale è custode geloso della propria libertà. Non la cede neppure a Dio, salvo poi a svenderla a padroni usurpatori, padroni invisibili e subdoli come la vanità, la corporeità, la moda, il danaro o il potere. Quando la libertà non si lascia ispirare dall’alto e dal bene comune, si trasforma in boomerang. Ci si crede liberati dal “giogo” della morale cattolica, giogo vero se non interiorizzato, ma ci si lega ad altre dipendenze considerate “libertarie”. Gesù abbina il tema della libertà a quello della verità. Non c’è libertà senza verità. Anzi, la libertà senza verità genera più diversi “virus” dello spirito. Banco di prova della libertà è la tentazione. Essa tende ad espropriare la libertà, ad annebbiare il cuore e ad inginocchiarsi alle cose. Uno dei beni più applauditi è la spontaneità, una via allettante, ma non sufficiente per essere libertà. Spesso è “dipendenza” dalle proprie fragilità. Niente come l’orgoglio, poi, tiene lontani dalla verità e dal bene perché fa apparire vero e oggettivo ciò che è soltanto immediato e percepibile. “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù" (Gal 5,1). Camminate nella luce, nella libertà e nella verità. Felice giornata.

10 - Buongiorno; Gv 8, 51-59. I Farisei sono decisi a lapidare Gesù. Quale è la ragione? Gesù si permette di ripetere in tutta libertà il nome impronunciabile di Dio. Gesù lo chiama anche Padre suo. Un nome che nessuno poteva porre sulle labbra, nemmeno durante la liturgia nel Tempio o in sinagoga. “Non nominate il nome di Dio invano” dice il secondo comandamento (cfr. Dt 5,11). In un clima carico di tensione, Gesù rivela la sua identità: “Io sono il Figlio di Dio” e lo prova con i miracoli. Il minimo che gli potesse capitare era di essere preso per matto perché Gesù dice che perfino Abramo aveva intravisto il progetto di Dio, che si sarebbe realizzato in Lui come il Messia, crocifisso per la salvezza del mondo. Ha piena consapevolezza della propria identità e missione. Suggerisce l’atteggiamento con cui aprirgli il cuore e la vita. Promette anche l’immortalità. La Quaresima ci è servita per accogliere il vero volto di Dio e del Figlio suo Gesù Cristo: non solo un grande uomo, né solo un rabbino sapiente. Gesù inquieta e scardina le nostre piccole convenzioni. Finché lo mettiamo nel numero dei grandi uomini del passato non si va lontano… Solo una sua non banale conoscenza aiuterà a vedere in Lui la presenza del Dio invisibile, il Figlio stesso di Dio. Signore, apri i nostri cuori alla conoscenza della tua persona. Buona giornata.

11 - Buongiorno per tutto il giorno; Gv 10, 31-42. Gesù ha appena guarito un non-vedente (Gv. 9). Non importa se il miracolo è eclatante. Gesù va lapidato per bestemmia: “tu, che sei uomo, ti fai Dio...” (Gv 10,33). Eppure Gesù afferma la sua vera identità. È Figlio di Dio. Le sue opere lo rivelano (cfr. Gv 10,32.38). Se i giudei avessero riconosciuto Gesù come Messia, avrebbero dovuto accogliere il suo insegnamento. Invece, lo rifiutano e intendono lapidarlo come bestemmiatore. Ci dev’essere qualche trucco, o qualche stregoneria in quello che fa Gesù; potrebbe essere abitato da un potere malefico. Così pensano i Farisei. Gesù chiede la ragione di tanta ostilità (Gv 10,32). Rispondono con insulti e minacce. Dovrà allontanarsi: è audace la sua idea su Dio ed è straripante la loro gelosia. Accogliere la “novità” di Dio portata da Gesù smonta l’idea che avevano assemblato pur a fatica. Ma Dio è ben oltre la mente umana. Non va capito, ma “seguito” (cfr. Gv 10,41-42). “Ritornò quindi al di là del Giordano” (Gv. 10,40). Non è una fuga, ma la necessità di rifiatare dopo confronti estenuanti e sterili con i Capi religiosi ed i Farisei. Si reca nel luogo dove Giovanni battezzava. E lì, lontano dai “saccenti” della Città santa. La gente comune lo riconosce e lo accoglie come l’Inviato di Dio (Gv. 10,41-42). Approcci diversi: il Tempio e i suoi “interpreti”, sono chiusi e decisi a rifiutare Dio; invece, la periferia è accogliente e gioiosa. Oggi, Gesù non è più lapidato. Lo sono, però, i suoi discepoli in tanti angoli del mondo. Gesù continua dunque ad essere lapidato. La calunnia pesa più delle pietre. È purtroppo ancora la realtà odierna. Signore,  convertici. Buona giornata.

12 - Buongiorno e buon fine di settimana; Gv 11,45-56. La risurrezione di Lazzaro non ci voleva proprio. Ai Farisei è parsa una provocazione. C’è chi si è sentito in obbligo di fare un po’ di km. per riferirlo subito ai membri del Sinedrio (cfr. Gv. 11,46). E il Sinedrio, anziché esserne stupito, se non ammirato, vive un mix di sdegno e di rabbia. Il miracolo innesca bellicosi intenti nei detrattori di Gesù. I Capi religiosi temono reazioni popolari e, quindi, chiedono l’intervento dei Romani. Falsità... In realtà, nella loro falsità, hanno paura di perdere il loro potere e tanta clientela. Caifa, da politico consumato, pensa sia meglio che muoia Gesù piuttosto che avvenga una carneficina tra la gente (cfr. Gv. 11,50). Caifa si conferma uomo avido e cinico. Non per ragioni di Stato, ma per difendere il proprio potere religioso, prova a svendere Gesù di Nazaret. E Gesù pagherà con la vita, non solo per il popolo ebraico, ma per l’umanità tutta, al di là di diversità di razza e religione (cfr. 11,51-52). L’aria si è fatta pesante e Gesù cerca un rifugio. Farà sosta ad Efraim, borgo in terra d’Israele tutt’ora interamente cristiano (Gv 11,54). Fin da bambino hanno provato ad ucciderti Gesù: Erode, poi quelli di Nazaret, ora i capi del Tempio, considerato peggio di un bandito. Perché? Sei la Luce e la Luce a molti disturba. Illuminaci, Signore; apri la nostra mente e i nostri occhi per riconoscerti. Felice giornata.

13 - Domenica delle palme e della Passione, C (Lc 22,14-23,56). Buongiorno a tutti. Oggi, siamo invitati a fare una sosta, a meditare la passione di Cristo e a contemplarlo come Re. Il suo trono è la croce. Intimamente unito al Padre, gli assicura il suo sostegno nella tentazione e nella prova. L'agonia di Gesù continua a verificarsi oggi nella Chiesa e nel mondo. Il grido di Gesù sulla Croce esprime quella sofferenza provata (Mt 27,46). Gesù isolato sperimenta la solitudine. Tutto è compiuto con la crocifissione e la morte in croce (Gv 19,30). E per mostrare la sua libertà, si rimette nelle mani di Dio Padre. Padre, disse Gesù, nelle tue mani affido il mio spirito (cfr. Lc 23,46). Le braccia di Gesù sulla croce accolgono tutti, abbracciano il mondo (i peccatori, i dubbiosi, i perduti, i traditori, i rinnovatori, gli infedeli, ma anche i fedeli). Il suo cuore trafitto non si chiuderà mai più su nessuna miseria. Gesù sul trono della croce splende trionfante. Le sue piaghe sono gloriose e si irradieranno per sempre e per tutta l'eternità. Il risorto continuerà a guidarci nel cammino della vita affinché ognuno di noi possa raggiungere il posto promesso da Lui. Felice domenica.

14 - Buongiorno e buon inizio di settimana; Gv 12, 1-11. Gesù è in casa di Lazzaro. Nel corso della cena arriva Maria con un vasetto di puro nardo: lo versa sui piedi del Maestro e glieli asciuga con i suoi capelli. I piedi sono la parte del corpo più vicina alla terra; i piedi di Gesù hanno calcato le strade della Palestina e le vie del cuore per raggiungerci. Maria abbraccia i suoi piedi per dire: “Dove tu andrai, io pure andrò, dove ti fermerai, mi fermerò” (Rut 1, 16). Il profumo di nardo è stato una dichiarazione d’amore. Maria eccede perché l’amore non ha misura. Gesù verserà il suo sangue fino all’ultima goccia. Tutto per amore. Come si capiscono bene questi due. Maria scioglie i suoi capelli sui piedi di Gesù. Per una donna di allora sciogliere i capelli ai piedi di un uomo era un gesto di speciale intimità e appartenenza. “...la casa – dice Giovanni – si riempì di profumo”. Non solo il corpo, ma anche la casa e il mondo. Il discepolo porti in ogni angolo della terra il profumo di Gesù. Accompagniamo il nostro Maestro. Non serviranno grandi cose, ma piccoli gesti di fedeltà sostenuti da amore intenso. Non lasciamoci andare dal ragionamento di Giuda. Diceva che il gesto di Maria è un sciupio. L'ha pensato perché era un traditore, che fa dei calcoli interessati (cfr. Gv 12,3-5). Libera, Signore, il nostro cuore dallo spirito di calcoli e di tradimento. L'atto coraggioso e generoso di Maria anticipa la sepoltura di Gesù. Questo è vero amore. Buona giornata.

15 - Buongiorno per tutto il giorno; Gv 13, 21-33.36-38. Davanti agli occhi, c'è un’ora drammatica. Il cuore di Gesù è a pezzi. A tradirlo e a rinnegarlo saranno due apostoli, due suoi intimi. I Dodici sono lontani dal progetto di Gesù. Solo Giovanni vola alto come un’aquila e percepisce la catastrofe imminente. Sente perché è l’amico di Gesù, e il suo cuore batte all’unisono. Gesù vede la morte in faccia e i discepoli, invece di guardare a Gesù, sono autocentrati. Sono turbati, ma solo perché crollano i loro sogni di gloria umana. Tutto si compie all’interno di una cena, la loro ultima cena di Pasqua. Giuda è delirante; è convinto di forzare la mano per far incontrare Gesù con il Sinedrio, il Messia col potere. Gesù tenta di farlo recedere, ma Giuda è ormai abitato dalle tenebre, dal diavolo. Va verso un destino di morte nonostante Gesù gli regali il “Pane” di comunione. Gesù deve redarguire anche Pietro per la supponenza, il credersi migliore degli altri. La missione di Gesù è di salvare chi gli è stato dato, me compreso. Ma non esiste oscurità che possa allontanare per sempre da Dio, né peccato che impedisca di rinascere a meno che non si tratti di orgoglio. Gesù libera dall’apatia dello spirito, da una fede scontata, dalla presunzione di credersi arrivati. Se troverà discepoli umili e desti sarà primavera per tutti, per la Chiesa e il mondo. Felice giornata.

16 - Buongiorno a tutti; Mt 26, 14-25. Ben due volte nel Vangelo di Matteo compare l’espressione “sono forse io, Signore?”. Una prima volta è utilizzata dagli apostoli tutti insieme, una seconda soltanto da Giuda. È un episodio drammatico: a tradire Gesù sono quelli che prendono cibo dal suo piatto, coloro cioè che condividono il dono della sua Parola e che mangiano il suo stesso Corpo. Com’era costume allora, dallo stesso piatto attingeva solo chi era di casa, chi era parte della famiglia; insomma i “consanguinei”. E uno dei consanguinei dirà: “quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. Eppure Giuda era stato scelto da Gesù, ed era con lui da tre lunghi anni. Spesso si banalizza sulla sua figura, la si riduce ad un uomo sbagliato. Invece è un apostolo che ha deviato dal progetto di Gesù. Qualcosa si è inceppato. Giuda vede che Gesù rischia il “naufragio”. E non ci sta ad assistere al suo fallimento. Avviene lo stesso quando si riduce il Vangelo a logiche di “buon senso”. Ciò nonostante, Gesù continua a trattare Giuda da amico. Alla fine Giuda intravede la luce, ma si dispera. Pietro, invece, si pentirà e tornerà indietro. Giuda non muore mai. Rivive ogniqualvolta si vende Gesù per pochi spiccioli. Il tradimento dei prediletti è lacerante oltre che inquietante. Convertici, Signore. Buona e felice giornata.

17 - Buongiorno nel giovedì santo; Gv 13, 1-15. Oggi è un giorno speciale per rivivere i grandi segreti che Gesù ha rivelato, con i suoi gesti, alla Chiesa.

1) Cose mai sentite e viste. Gesù lava i piedi ai discepoli, un compito umile, riservato ai domestici quando il padrone rientrava a casa dopo un giorno di lavoro. Lavare i piedi, però, non era soltanto un dovere servile. Era anche il gesto di affetto di un figlio verso il padre. Insomma, era più un amore che un dovere. Gesù rivela un nuovo volto di Dio: non padrone, né giudice inflessibile; ma “servo per amore”. Lascia intendere che l’amore sa stare in ginocchio. Ogni Eucaristia comincia dai piedi... non è statica la Messa, né è tempo di sonnolenza. Spinge oltre. In caso contrario rimane soltanto un rito.“Gesù depone le vesti”: quelle del guadagno, dell’interesse personale, del potere e della superbia... Anche la Chiesa è chiamata ad alleggerirsi. “Gesù si cinge l’asciugatoio”,  cioè il grembiule di casa. Solo chi serve viene creduto. Parole prive di segni visibili perdono di efficacia e svaporano.

2) Segue il dono supremo. Gesù si fa cibo e bevanda per il viaggio della vita. È un dono di Dio capire l’energia che è sprigionata da quel cibo.

3) Infine, Gesù comunica il suo sacerdozio. Un passaggio di consegne. Oggi come ieri, dei fragili discepoli ripetono i suoi gesti perché l’Amore si eterni. Chiediamo a Dio la grazia della riconoscenza del suo amore verso la sua Chiesa e gli uomini amati da Lui. Buona giornata

18 - Buona giornata a tutti; Gv 18,1 - 19,42. Sono disadorne le chiese oggi. Non si celebrano eucaristie. Si ricorda l’unico sacrificio di Gesù che mediante la croce rifà l’unità tra il cielo e la terra. Tacciono pure le campane. Unici segni sono le lacrime della Madre addolorata, e dei pochi intimi rimasti a vegliare Gesù morente. I più avevano il cuore altrove: o maledicevano, o si limitavano a scuotere la testa. Cancellata la memoria e la gratitudine, vince viltà e commiserazione. “Tutto è compiuto…”. Dio si è donato senza riserve e senza misura… morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita. Quel Dio appeso che gronda sangue è l'ultimo e definitivo sì all’uomo che sa dire soltanto dei no. Mistero di Amore è il suo che lascia ammutoliti. Sono passati duemila anni e si ripetono le tante situazioni di abbandono: di persone che egli ha sfamato, o guarito e di altre amate, ma smemorate. Dio si regala a tutti: ad atei e credenti della domenica, a quanti sono inchiodati alle proprie debolezze e ad altri che crocifiggono i loro fratelli. Quel sangue continua ad entrare nelle profondità della terra, seme di risurrezione per chi cerca in tutti i modi di far fiorire l’amore. Buona giornata.

19 - Buongiorno a tutti e buon fine settimana. Oggi è un giorno di trepida attesa! È festa in Israele, il grande sabato della pasqua, ma nel segreto del cenacolo c’è chi prepara aromi per ungere il corpo morto di Gesù dopo quel venerdì di violenza. È pure il sabato di Maria, la Madre addolorata, coraggiosa e fedele, l’unica Creatura in trepida e amorosa attesa della risurrezione del Figlio. Nel sepolcro tutto tace. Dopo la sua morte redentrice, Gesù scenderà agli inferi ad abbattere le porte del regno dei morti, a liberare le anime e portarle in Cielo. Dietro ad Adamo ed Eva, c'è una carovana di gente che applaude il Redentore: da Abramo a Mosè, da Davide ad Isaia, dal Battista a Elisabetta. È sabato santo. Dio pare quasi assente, ma lo è soltanto dove trova porte sbarrate o cuori induriti che battono per altro. Lui mai è assente. Assente, piuttosto, è l’uomo quando rincorre testardo mete ed obiettivi di basso profilo. Sabato santo è il giorno di chi alimenta la lampada della speranza nell’attesa della venuta del Salvatore. Alcune donne per prime. Creature che non sognano posti di rilievo nella Chiesa. Grazie alla loro fede, più di altri appartengono alla nuova famiglia di Dio nata dalla risurrezione. Buona meditazione silenziosa e Felice giornata.

20 - DOMENICA DI SANTA PASQUA: GESÙ È RISORTO; Gv 20, 1-9.

Maria di Magdala esce di casa. È buio in cielo, ma più buio nel suo cuore. Porta con sé gli aromi per ripulire e ricomporre il corpo martoriato di Gesù. È una calamita il sepolcro e lei vola. Il suo cuore si ribella alla morte del Maestro. Da quando lui l’ha guarita, mai ella lo ha abbandonato. E ora non si rassegna a quella fine. Sa che i suoi sono pensieri umani, ma al sepolcro potrà almeno piangere senza freni. Ed ecco l’impossibile: trova la pietra ribaltata e il sepolcro vuoto. Allora corre da Pietro e dall’altro discepolo. Non dice: “Gesù è risorto”, ma soltanto: “hanno portato via il Signore”. Gli apostoli non se la filano: hanno un macigno sul cuore. La compatiscono, e scuotono la testa, ma lei fa un miracolo: ne riporta due al sepolcro. “Non è qui”, dirà un angelo. Gesù è vivo, ma non abita i cimiteri; va cercato altrove: nel cuore di chi non si rassegna a lasciarlo morto nei sepolcri. Il Risorto rigenera tutto e tutti. Come dice il preconio di Pasqua, “…per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio…” regalando pace e perdono. La Pasqua aiuti ad aver cura del corpo che custodisce un destino di eternità, altro che polvere. La Fede ci regali una luce nuova per correre liberi verso gli spazi dov'è Gesù sempre vivo nel cuore trasformato dell'uomo. Buona e felice Pasqua.

21 - Buon lunedì dell'Angelo; Mt 28, 8-15. Timore e gioia sono i sentimenti delle donne che incontrano Gesù e che le manda dai fratelli. Dunque, "con timore e gioia grande, le donne corsero dai discepoli” per annunciare che Gesù è risorto (Mt 28,8b-10). È un bell’annuncio da divulgare (Mt 28,8), una buona notizia, una tomba vuota. Riparte da lì il nuovo pellegrinaggio della Fede. Da lì inizia la sfida dei nuovi discepoli del Signore (Cfr. Mt 28,8). Lì donne straordinarie - Maria Maddalena ed altre creature innamorate del Vangelo - si faranno prime altoparlanti della risurrezione di Gesù. La testimonianza femminile era poco attendibile tra gli Ebrei: non si permetteva alla donna neppure di deporre in tribunale. Malattia antica e mai finita quella del maschilismo. Appariva più attendibile la testimonianza delle guardie del sepolcro pur corrotte dai Farisei purché dicessero il falso sulla scomparsa misteriosa del corpo di Gesù. Da allora chiunque avesse pur solo annunciato, la risurrezione di Gesù avrebbe potuto essere trascinato davanti ai giudici e subire pesanti condanne (cfr. Mt 28,14). C’è chi continua a preferire le tombe sigillate e le bocche cucite alla notizia unica e stupefacente di un Dio che risorge da morte (cfr. Mt 28,12-13). Lungo i secoli la minaccia e la corruzione cercheranno di far tacere il Vangelo (cfr. Mt 28,12). Ma ci sarà sempre qualche discepolo pronto a far vincere l’Amore. La Verità e l'Amore vincono sempre. L’amore per la tomba vuota, per Gesù eucaristia presente nel tabernacolo, la fede in una vita eterna rispondono a un amore più grande delle logiche umane. La Pasqua continua nella vita quotidiana! Felice giornata.

22 - Buongiorno per tutto il giorno; Gv 20, 11-18. Pietro annuncia che Gesù crocifisso e risorto è il Signore e Cristo (Att. 2,36). Esorta a convertirsi e ad aderire a Gesù Cristo (Att. 2,38). In cerca di Gesù, un felice incontro con due angeli (Gv. 20,12-13) e poi con Lui. "Donna, perché piangi?" (Gv. 20,13). Per ben due volte viene rivolta la domanda all'inconsolabile Maddalena. La prima volta dagli Angeli (v. 13) e, poi, direttamente da Gesù (v. 15). La discepola è provata. A sentire lei, non le è permesso piangere nemmeno sul corpo morto del Maestro. E non si accorge che lo sta dicendo proprio a Gesù risorto. Gesù aveva assicurato i discepoli dicendo: " io sarò con voi fino alla fine del mondo” (Cfr. Mt 28,20). Ma lei è talmente indurita dal dolore dal diventare incapace di riconoscerne la sua presenza. Nel tempo della prova serve la luce della Parola di Dio, la sola in grado di vincere le ombre dietro alle quali si cerca spesso rifugio. C’è chi proietta le proprie ferite in quelle del Crocifisso, rimanendo fermo al venerdì santo. Il tempo di Pasqua spinge oltre i sepolcri. Gesù chiama per nome Maria. Anche lei “risorge" e ritrova identità (Gv. 20,16). Dopo la chiamata si lascerà alle spalle zavorre e fantasmi del passato, e riprenderà vita. LGesù è sempre pronto a liberare da acque melmose e da prigioni, ritenute fino ad allora isole felici. Chi ha la forza di uscire dal pantano del male inizia il viaggio verso la libertà, ritrova il baricentro e respira Dio. È pronto per andare ad annunciare senza indugio, come Maria di Magdala, quello che ha visto (cfr. Gv. 20,18). Buon proseguimento della gioia pasquale e felice giornata.

23 - Buongiorno a tutti; Lc 24, 13-35: i discepoli di Emmaus tornano ad Emmaus dopo una fallimentare esperienza con Gesù. Quanta amarezza. È morto il loro eroe, e provano essi stessi la morte nel cuore. Tutto sembra finito, ma uno “Sconosciuto” si fa compagno di viaggio dei due fuggiaschi delusi. Non lo fa in una chiesa, ma lungo la strada della vita (cfr. Lc 24,13-15). Fa per sorpassarli; poi rallenta il passo e lo adegua al ritmo più blando di un’umanità che pareva aver perduto del tutto l’orientamento. "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi?" (Lc 24,17). Non hanno capito il mistero della croce. L’hanno rifiutata perché è parsa loro una sconfitta. Gesù si pone in umile ascolto (cfr. Lc 24,29-24); illumina le loro penombre, dà senso ai loro non sensi (Lc 24,25-27) e dopo qualche insistenza finisce per rimanere a cena con loro (Lc 24,29-30). Diranno: “non ci bruciava forse il cuore mentre ci spiegava le Scritture?" (Lc 24,32). Sono stati guidati da Gesù a rileggere la Scrittura. Passare la fede non è comunicare nozioni, ma accendere e contagiare vite. Il loro fuoco era pressoché spento, ma Gesù lo riaccende e li rigenera come discepoli. Lo riconosceranno a tavola, allo spezzare del pane (Lc 24,30-31). Là è avvertita la sua presenza nell'eucaristica. E scompare alla vista (Lc 24,31b), ma non è assente. Dal giorno di Pasqua vive in ogni cuore. Basta chiamarlo per nome! Lo sentirai. Felice giornata.

24 - Buongiorno per tutto il giorno! Lc 24, 35-48. Gli undici apostoli sono sotto shock. Tanto dolore. Vedendo Gesù in persona sono turbati. Temono che egli non sia il Risorto, ma solo un fantasma. Dagli osanna alla cattura, dalla passione alla croce, dalla morte alla sepoltura. Non han proprio capito la risurrezione di Gesù, altra cosa da quella di Lazzaro che morirà di nuovo. Il Gesù incontrato sulla riva del lago era il Gesù dei miracoli; il Gesù Risorto, cioè il crocifisso morto per Amore e inondato di luce non lo sanno riconoscere. È simile al Gesù trasfigurato sul Tabor, ma a loro pare un fantasma (Lc 24,37). Usano ancora gli occhi di carne mentre servono gli occhi della Fede. E in questo contesto Gesù chiede ai discepoli perché sono turbati, perché dubitano.  L'evangelista Luca insiste sulla corporeità del Risorto in polemica con il mondo ellenistico che credeva all’immortalità dell’anima, ma non alla risurrezione dei corpi. “Sono io, toccatemi - dice - e mostrò loro le mani e i piedi… (cfr. Lc 24,38-40). Le mani, i piedi e le ferite gloriose del Crocifisso sono l’ostensione del suo Amore. I discepoli: non credono per la gioia... (Lc 24,41). Si può non credere per delusione, come ad Emmaus; si può non credere per paura di illusione come qui: troppo bello per essere vero. Una nuova missione attende il Risorto: recuperare gli amici della prima ora che lo avevano abbandonato. Quanti oggi continuano ad allontanarsi da Lui, ad escluderlo. Signore, vieni incontro a noi e affermi la nostra fede per essere testimoni autentici della tua risurrezione (cfr. Lc 24,44-48). Felice giornata.

 

 

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